Descrizione
Storia
Nel 18esimo secolo Stefanus Jermann migrò dal Burgenland austriaco al villaggio di Bilijana (oggi entrato a far parte della nazione slovena). Nel 1881, Anton Jermann si spostò a Villanova, ponendo le proprie radici in Friuli. Angelo Jermann, negli anni ‘40, implementerà sia qualitativamente che quantitativamente la produzione e la coltivazione della vite e del bestiame, contribuendo ad affermare localmente e sul territorio nazionale l’azienda. La storia moderna di Jermann inizia di pari passo con la visione di Silvio Jermann, figlio di Angelo, che al rientro dalle sue esperienze oltreoceano nel campo enologico, lavorerà per creare il blend di uvaggi che porterà poi al suo più celebre prodotto: il Vintage Tunina. Questo vino verrà ufficialmente lanciato nel 1975, accogliendo sin da subito ottimi giudizi nella critica internazionale e contribuendo ad affermare l’azienda come una delle realtà più interessanti del Friuli.
Uve utilizzate
Sauvignon
Chardonnay
Ribolla Gialla
Malvasia istriana
Picolit
Metodo di produzione
Le prime prove di assaggio risalgono alla vendemmia del 1973 e la prima annata immessa in commercio fu nel 1975. Le uve vengono accuratamente selezionate prima in vigna e all’arrivo in cantina, affinché solo le migliori entrino a far parte del blend. La vendemmia è tardiva, circa due settimane dopo la normale vendemmia su una superficie vitata di circa 16 ha sul Ronco del Fortino. Il nome “Tunina” si riferisce alla vecchia proprietaria del terreno ed è anche dedicato ad una delle amanti del Casanova. La vinificazione avviene in vasche d’acciaio mentre l’affinamento per una parte del vino ottenuto è affinato in botti di legno austriaco di 60-80 hl. La bottiglia viene chiusa con il tappo stelvin, anche conosciuto come tappo a vite.
Grado alcolico
13,5%
Note di degustazione
Alla vista si presenta di un giallo paglierino intenso con sfumature dorate. Il naso è ampissimo, vibrante e intenso, alternando note di freschezza con sensazioni di frutta gialla esotica, mango maturo, papaya e ananas, pesca gialla, fiori di campo, camomilla, miele di acacia, pistilli di zafferano. Note più velate che si presentano sul finale di erbette di campo e foglioline di menta piperita, il tutto su uno “sfondo” di mineralità. In bocca dimostra un carattere formidabile, attaccando con una buona morbidezza e una freschezza vibrante. Il finale è minerale ed intenso.
Possibili abbinamenti
E’ realmente importante cosa abbiniamo a questo vino? Da tantissimi esperti definito come uno dei vini da meditazione più interessanti nel panorama enoico italiano; per citare testualmente le parole di Cesare Pillon “un vino che non si deve bere mentre si medita, ma un vino che induce attivamente alla meditazione…”
Recensioni
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